lunedì 26 novembre 2012

“Mozzastero”: sculture di latte suggerite dagli Astri!

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L'abilità nelle mani e i segreti del latte” . Ecco dove risiede la magia di un Casaro.


Casaro: un termine che non è significativo né di un lavoro improvvisato né di semplice realizzazione. Tutt'altro: qui si tratta di un mestiere che si apprende col tempo, sacrificio e dedizione. Un esercizio che racconta l'esperienza di remote generazioni. Una saggezza molto antica per la quale, Antonio Farina, scava nelle origini storiche di un'arte quasi ancestrale e che risale addirittura ai Sumeri. Una ricerca che lo ha portato giustamente ad essere omologabile ad uno Speziale della pasta filata. 
Questa sua originale ed approfondita analisi storica, costruita soprattutto nell'ultimo lustro con grande forza di volontà, gli vale senza ombra di dubbio il titolo di “Casarosofo”. Ossia: filosofo casaro della pasta filata. Con questo suo lavoro editoriale, fra l'altro, Farina vuole dirci che...
«La “chiave di volta” - spiega Farina nell'agile saggio - e' la lezione dei Benedettini del monastero di San Lorenzo in Capua, il cui rettore fu San Aldemaro. Osservando le stelle, questi religiosi, trasferirono la loro preparazione astrologica al mondo del latte, dando cosi' origine alla pasta filata, lavorata con originalita' nelle forme del: fior di latte, mozzarella, caciocacavallo e provolone». 
Mozzastero”, dunque (questo è il titolo del saggio firmato da Farina), sta a significare appunto: “Piccolo ordine che apprende”. E non è tutto; la lezione che Farina desidera trasmetterci prosegue così:
«Se osserviamo la stella che cade dalla Galassia - scrive l'autore - la sua scia appare come un bocciolo con lo stelo, cioè un fiore che cade all'ingiù. Galassia deriva dalla parola “Galaxi'as” ovvero “di latte”». Da qui, poi, giungere al termine stranoto “Fior di latte”, converrete che il passo è davvero breve!
Ma l'insegnamento non finisce certo qui, anzi...
«Per creare la mozzarella di bufala, invece, i monaci si ispirarono alla luna. Mentre il provolone aveva come riferimento “l'Uovo Cosmico”».
Ciò che il Casarosofo vuole precisare è che, i formaggi a pasta filata, dunque, furono una scoperta da collocare nell'alto Medioevo. Una magnifica rivelazione ascrivibile alla manualità dei monaci benedettini di Capua. Nel perseverare la famosa regola: “Ora et labora”, costoro, fra l'altro, insegnarono anche un'indispensabile azione di cura da svolgersi dentro un tino. Ecco svelata l'origine del termine “Curatino”.
Infine, a conclusione del suo originale, quanto attesissimo intervento, Farina ci offre un brillante ed inaspettato riferimento alchemico:
«Se nel genotipo dell'arte casearia esiste quell'archeologia sapienziale, significa che quell'uomo, capace di trasmutare la materia latte secondo i principi della natura, può a buon diritto essere identificato col nobile titolo di Casarosofo». Ed io concordo assolutamente con lui!
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